Il Blue Food Assessment mostra i benefici dell’allevamento del salmone
Benefici nutrizionali e basso impatto ambientale sono i vantaggi dell’acquacoltura
La scorsa settimana è stato pubblicato il Blue Food Assessment (BFA). Il BFA è una collaborazione tra il Centro di resilienza di Stoccolma, l’Università di Stanford e l’EAT, che riunisce più di 100 scienziati di 25 istituzioni per pubblicare una serie di revisioni scientifiche che possono contribuire a influenzare i responsabili politici.
La valutazione mostra come i cibi blu, come il salmone, e le acque in cui crescono avranno un ruolo essenziale nel passaggio a sistemi alimentari sani, equi e sostenibili. In effetti, la valutazione mostra che il salmone d’allevamento è preferibile al pollo per la maggior parte dei parametri ambientali, tra cui l’uso di acqua dolce e le emissioni di gas serra, oltre che per il profilo nutrizionale.
Benefici nutrizionali
Dalla valutazione è emerso che gli alimenti blu hanno in media benefici nutrizionali molto maggiori rispetto agli alimenti di origine animale terrestre e molti hanno anche un’impronta ambientale minore.
La valutazione afferma che: “Un aumento dell’offerta di 15 milioni di tonnellate di alimenti di origine animale acquatica rispetto allo scenario di status quo nel 2030 può prevenire circa 166 milioni di casi di assunzione inadeguata di micronutrienti”.
Manuel Barange della FAO ha dichiarato: “Gli alimenti acquatici forniscono micronutrienti unici che possono contribuire a garantire una dieta sana. È giunto il momento di sfruttare gli alimenti acquatici nella loro piena capacità di fornire benefici ecologici, economici e nutrizionali in tutto il mondo”.
Vantaggi ambientali
Tra i benefici ambientali riscontrati nella valutazione, si legge che: “Tra i pesci e i crostacei d’allevamento, le carpe argentate e le carpe a testa grande sono quelle con le minori emissioni di gas serra, azoto e fosforo, ma con il più alto utilizzo di acqua, mentre i salmoni e le trote d’allevamento utilizzano meno terra e acqua”.
Cambiamento climatico e domanda
È emerso che l’acquacoltura è meno esposta ai rischi climatici rispetto alla pesca.
La valutazione ha anche rilevato che la domanda globale di cibo blu dovrebbe raddoppiare entro il 2050, con probabili implicazioni ambientali e sociali di ampia portata. Il rapporto afferma: “Prevediamo un quasi raddoppio della domanda globale di pesce entro la metà del secolo, ipotizzando una crescita continua della produzione di acquacoltura e prezzi reali costanti per il pesce”.
Catarina Martins, Chief Technology and Sustainability Officer, ha dichiarato: “La BFA è una straordinaria prova scientifica del valore che la nostra industria ha per l’umanità. Produrre cibo dall’oceano fa bene sia al pianeta, grazie al minore impatto ambientale rispetto alle proteine animali terrestri alternative, sia alle persone, grazie al suo profilo nutrizionale unico. Il riconoscimento di questo valore da parte di importanti scienziati è fantastico”.
Per saperne di più: https://bluefood.earth/